Nancy stava sempre lì. Su quel maledetto scaffale, in alto, sopra la dispensa.

Che faceva? Nulla! Stava tutto il santo in giorni in piedi, ed era stufa di stare in quella strana posizione.

Neanche era presa tanta in considerazione, la famiglia presso la quale abitava, l’aveva acquistata per pochi soldi in un negozietto, solo perché ricordava alla padrona di casa la sua infanzia in Inghilterra.

Nancy, infatti era una teiera di porcellana, cento per cento inglese. Adesso, la nostra Nancy, non era affatto felice, non tanto perché veniva usata di rado da quella donna, che tanto sembrava averla desiderata all’interno del negozio, ma perché semplicemente, non voleva essere più una teiera.

Da lassù in alto, vedeva la credenza, con tutti i bellissimi piatti, che stavabriccono lì, sdraiati a pancia all’aria, comodi, potevano perfino guardare il soffitto della cucina, ma soprattutto, venivano puliti ed asciugati accuratamente dai membri della famiglia. Ma non solo, dovevate vedere come si era arrabbiata la mamma di Medredith, la piccola bambina della casa, quando aveva rotto un piatto.

La mamma aveva fatto tanti strilli, e aveva rimproverato la piccolina. Era palese che era molto affezionati ai piatti, mentre nessuno si curava più della bella porcellana, se non quelle rare volte che alle cinque venivano delle amiche della signora, ma anche lì, mai che Nancy fosse pulita per bene, asciugata per bene.

Insomma: Nancy voleva essere un piatto. Un giorno, la piccola Meredith organizzò una festa per il te nel salotto, vicino alla cucina, Nancy la vedeva.

C’erano tutti: Ted l’orsacchiotto, Bolla la pesciolina, Carolina la mucchetta e perfino Mr. Scimmia. Solo che sul tavolo al quale tutti erano riuniti, mancava una teiera, quando la piccola alzò lo sguardo scorse la pregiata teiera, prese la scala e si arrampicò prendendola.

Giocarono tutto il pomeriggio. Era così contenta Nancy, si sentiva veramente apprezzata mentre giocava con Meredith.

Quando la bimba la prese tra le mani, sembrava che vedesse davvero i suoi piccoli occhi, per questo, Nancy, le sussurrò :”fammi diventare un piatto, esattamente come tu hai trasformato i tuoi peluche in ospiti perfetti”, ovviamente la bambina non rispose, magari non l’aveva neanche sentita e continuava a riempirla d’acqua e versarla nelle tazzine dei suoi ospiti. Nancy non sorrideva più. Anche la bambina non la poteva sentire.

Ma il peggio doveva ancora venire: La mamma entrò nel salotto. Quando vede la teiera nelle piccoli mani paffute della bambina quasi le venne un infarto.

La bambina per lo spavento allentò la presa e Nancy cadde, e come ogni oggetto di porcellana che incontra violentemente il pavimento, si ruppe in tanti pezzi.

Ci fu un lungo attimo di silenzio assordante. la bambina e la sua madre guardavano ciò che restava della bellissima teiera. quando Meredith alzò lo sguardo sulla madre, questa era ancora fissa sulla costellazione di cocci sul pavimento.

Una piccola lacrima bagnava il suo viso, ma non disse nulla. Prese la scopa e raccolse i frammenti sparsi per il salotto. Meredith intanto piangeva e supplicava il perdono della mamma, ma questa si limitò a sorridere e a buttare tutto nella spazzatura:”Non importa tesoro” disse. Non disse altro.

Il suo volto parlava da solo. Ma c’è un lieto fine: come finisce la storia? Che ora la nostra Nancy è in camera della piccola Meredith che l’ha ricomposta. Solo, che ora, è un bellissimo piatto di porcellana.